La strategia porta-a-porta per il contenimento di Aedes albopictus

Luciano Donati, Romeo Bellini

Centro Agricoltura Ambiente “G.Nicoli”, Crevalcore (BO)

Abstract

Le prime segnalazioni di Aedes albopictus in Italia risalgono agli inizi degli anni ’90. Da allora la specie si è andata progressivamente radicando sul territorio nazionale e ha finito con l’assumere un ruolo di primo piano tra gli agenti infestanti attivi nel nostro Paese. L’ostinazione e l’aggressività che manifesta nell’effettuare il pasto di sangue sull’uomo durante le ore diurne condizionano in modo intollerabile la fruizione degli spazi all’aperto. L’aspetto più preoccupante è rappresentato però dalle implicazioni di carattere sanitario che si sono concretizzate con le epidemie di Chikungunya in Romagna nel 2007 e in Lazio e Calabria nel 2017.
Purtroppo l’esperienza attesta come la strategia operativa finora utilizzata in Italia non riesca a garantire una riduzione della popolazione di Ae. albopictus al di sotto della soglia di disagio e della soglia di rischio epidemico. Il motivo principale va ricercato proprio nella scarsa partecipazione attiva dei soggetti privati rispetto alla quale anche l’Ordinanza Sindacale adottata da molti amministrazioni pubbliche si rivela essere uno strumento poco utile. E’ proprio da questa consapevolezza che trae spunto la decisione di organizzare una strategia di lotta alla Zanzara Tigre più intensiva (porta a porta –  PaP) che non rimpiazzi quella standard ma si integri ad essa e ne incrementi l’efficacia.

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